Le redini sono un elemento basilare in equitazione.
Se infatti i cavalieri più esperti riescono a trasmettere indicazioni al cavallo anche solo spostando il proprio peso, i novizi utilizzano le redini come strumento predominante per il controllo del cavallo.
Bisogna capire se le redini che abbiamo a disposizione sono buone e per farlo dobbiamo tener conto del fatto che:
- non devono scivolare facilmente dalle mani del cavaliere.
- che non si rompano, anche se sottoposte a forti trazioni (come ad esempio per la caduta del cavaliere).
- non devono deformarsi con l’utilizzo poichè metteremmo in pericolo la sicurezza del cavallo.
Altra cosa di cui dobbiamo tener conto è il materiale con cui esse vengono fatte:
Il cuoio è ancor oggi il materiale prediletto, per naturalità, resistenza, ed eleganza.
Non mancano però redini in cotone, nylon, gomma, o realizzate con combinazioni di diversi materiali.
Ogni materiale è adatto a determinati utilizzi, mentre è sconsigliabile per altri.
E’ importante anche come vengono impugnate:
le redini si impugnano una per mano, o entrambe con una mano sola. Nel primo caso ogni redine passa fra l’anulare ed il mignolo della rispettiva mano ed esce tra l’indice ed il pollice, che preme leggermente su di essa. Nel secondo caso, se la mano che tiene le redini è la sinistra, esse passano: la redine sinistra tra il mignolo e l’anulare e la destra tra l’anulare ed il medio, uscendo poscia tutte e due fra l’indice ed il pollice, che preme leggermente sopra di esse; se la mano che tiene le redini è la destra: la redine sinistra passa tra l’anulare ed il medio e la destra tra il mignolo e l’anulare, uscendo entrambe tra l’indice ed il pollice, che come di solito, preme leggermente su entrambe per evitarne lo scorrimento.
Le redini devono rimanere sempre di piatto, la faccia interna a contatto del collo e le estremità cadenti lungo la spalla destra del cavallo.
Impugnate le redini, il cavaliere tiene i pugni bassi all’altezza del garrese. E’ necessario correggere chi ha le redini troppo corte o troppo lunghe, chi alza i pugni, chi allarga le braccia. I pugni devono essere in posizione tale da potersi ritrarre per trattenere e per girare.
Se le redini sono impugnate con una sola mano, la mano libera può stare sulla coscia con il braccio naturalmente cadente, la spalla nella posizione normale.
Per riunire le redini in una sola mano, si porta questa avanti al corpo e con essa si impugnano le redini nel modo prescritto.
Per rimettere le redini in una mano, quella libera si porta avanti alla mano che tiene le redini ed impugna la sua redine.
Per raccorciare una redine, si fa scorrere una mano in avanti su di essa, mentre l’altra la mantiene ferma e leggermente tesa, con il pollice e l’indice.
Dovendo raccorciare tutte e due le redini, si riuniscono dapprima queste in una sola mano, nel modo detto innanzi, si fa quindi scorrere l’altra mano sulle due redini fino ad impugnarle all’altezza voluta e successivamente si porta avanti anche la prima mano, si dividono le redini tra le due mani, si impugnano infine le redini nel modo prescritto.
Per allungare le redini, basta lasciarle scorrere fra le dita di quanto è necessario.
Le redini da impugnare possono essere anche quattro applicate due a due al filetto (ciò può farsi per ragioni di maggior sicurezza); oppure due al filetto e due al morso, quando si faccia uso della briglia; oppure due alla parte superiore del pelham e due alla parte inferiore.
Qualora il cavaliere monti con quattro redini, può impugnarne due per mano o tutte e quattro nella mano sinistra, tenuta vicino al garrese con il pugno leggermente chiuso nella stessa direzione dell’avambraccio e con le unghie rivolte verso il basso.
Nel primo caso si impugnano le redini inferiori fra gli anulari ed i mignoli e quelle superiori sotto i mignoli.
Nel secondo caso si impugnano le redini inferiori con l’anulare in mezzo, la redine destra superiore fra l’indice ed il medio e la sinistra superiore in piena mano sotto il mignolo. Le quattro redini escono fra l’indice ed il pollice, leggermente abbattuto sopra di esse. In questo caso, la mano destra può anche agire sulle redini destre, avanti alla mano sinistra.
Quando si usano le quattro redini, uguali per lunghezza e spessore, è bene che queste siano tutte lisce e mai intrecciate, onde possano più facilmente scorrere per allungarle o raccorciarle; non debbono mai risultare attorcigliate, ma tese ugualmente e con la loro faccia interna a contatto dell’incollatura del cavallo. La parte inferiore delle redini deve ricadere sempre dal lato destro.
È chiaro che, in ogni caso, le redini superiori verranno a risultare esterne e quelle inferiori interne. Con la briglia e con il pelham le redini superiori sono quelle che corrispondono al filetto e le inferiori, quelle che corrispondono al morso.
In generale con la briglia non si fa uso né di capezzina, né di forchetta: ma qualora si ritenesse utile di servirsi della forchetta, questa va applicata alle redini superiori (filetto). Invece von il filetto a 4 redini, la forchetta si applica alle 2 redini inferiori.